Le fasi principali della realizzazione della miniatura L’arte   della   miniatura   fu   costellata   da   mutamenti   stilistici   e   da   un   notevole   arricchimento   dei procedimenti.   Le   fasi   della   realizzazione,   tuttavia,   rimasero   immutate.   Come   restò   costante la    necessità,    da    parte    degli    artisti,    di    conoscere    perfettamente    le    tecniche    per    la preparazione   dei   colori,   delle   colle   e   di   tutti   quegli   aspetti,   quali   la   doratura,   a   cui   essi   erano chiamati   a   provvedere   per   proprio   conto.   Il   miniatore,   infatti,   non   era   soltanto   un   artista,   ma anche   un   esperto   di   scienze   naturali,   il   cui   laboratorio   assomigliava   in   molti   aspetti   a   quello   di un alchimista. Prima   di   passare   ai   materiali   utilizzati,   vediamo   in   breve   le   varie   fasi   per   realizzare   la miniatura   su   pergamena,   la   più   diffusa,   seppur   non   l’unica,   lungo   il   Medioevo   e   la   prima   età moderna. Dopo   aver   preparato   la   pergamena,   sagomata   secondo   le   necessità,   lo   scriptor    o   librarius , ovvero   il   calligrafo,   provvedeva   all’impaginazione.   Da   una   parte,   egli   pianificava   l’opera stabilendo   i   bordi,   la   collocazione   delle   iniziali,   dei   titoli   e   degli   altri   elementi   principali; dall’altra,   rigava   i   fogli,   in   modo   da   permettere   una   stesura   chiara   e   ordinata   del   testo, lasciando   scoperti   gli   spazi   per   le   iniziali   e   le   illustrazioni.   A   volte   il   calligrafo   dava,   per iscritto, delle indicazioni al miniatore sul soggetto delle immagini. Terminato   il   lavoro   dello   scriptor ,   interveniva   il   miniatore,   agendo   secondo   due   modalità.   Egli poteva   cominciare   a   disegnare,   con   lo   stil   di   piombo   (vedi   Attrezzi   e   strumenti ) ,   le   figure   e   gli ornamenti   direttamente   sul   supporto,   oppure   preparare   dei   bozzetti   su   tavolette   di   cera.   In seguito   tracciava   il   disegno   con   inchiostro   nero   a   base   di   metallo-gallato   in   modo   tale   che   le linee   fossero   resistenti   all’acqua.   In   alcuni   casi,   le   iniziali   venivano   tracciate   attraverso   delle apposite matrici con lamine di rame intagliate e poste sulla pergamena. Eventuali   dorature,   che   fossero   a   foglia   d’oro   o   a   conchiglia   (vedi   Doratura   e   argentatura ) , erano   apposte   subito   dopo   l’abbozzo.   E   solo   a   questo   punto   venivano   stesi   i   colori   attraverso pennelli di diversa grandezza, adatti alle differenti necessità.
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Testi di Davide Busi
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