Documenti e testimonianze: dal Duecento al Rinascimento
A
partire
dal
Duecento,
sebbene
i
religiosi
continuino
ad
avere
un
ruolo
importante,
i
laici,
dalle
testimonianze,
appaiono
più
rilevanti.
È
infatti
in
questo
periodo
che
fanno
la
loro
comparsa
nuove
fonti
documentarie,
quali
i
documenti
legali,
i
registri
dei
pagamenti
e
le
liste
delle
tasse,
che
aiutano
a
comprendere
la
reale
condizione
dei
miniatori.
In
particolare,
questo
è
possibile
in
città
universitarie
come
Parigi,
Oxford
e
Bologna,
che
richiamano
artigiani
e
artisti
da
tutta
Europa
e
che
ci
hanno
lasciato
numerose
e
importanti
tracce
della
loro
presenza.
A
Parigi,
dopo
la
fondazione
dell’Università
e
la
concessione
alla
stessa
degli
statuti
da
parte
di
papa
Innocenzo
III
nel
1215,
la
richiesta
di
libri,
soprattutto
da
parte
degli
studenti,
aumentò
in
modo
tanto
rilevante
e
in
maniera
così
repentina
da
divenire
caotica.
Per
questo
lo
Studio
parigino
introdusse
una
regolamentazione
per controllare la qualità dei codici prodotti ed evitare un aumento indiscriminato dei prezzi.
Anche
il
Due-
Trecento
bolognese
ha
lasciato
notevoli
testimonianze
sulla
situazione
dei
lavoratori
del
libro
.
Rilevanti
sono,
più
di
ogni
altro
documento,
i
contratti
stipulati
tra
i
committenti
e
i
produttori
dei
manoscritti.
Se
nel
1277
un
calligrafo
riceve
28
soldi
per
un
quaderno
–
ovvero
otto
pagine
–,
nel
1287
si
passa
a
13
soldi.
Quarant’anni
più
tardi,
nel
1327,
invece,
la
Corporazione
dei
notai
paga
Lorenzo
di
Stefano,
notaio
e
calligrafo,
4
lire
per
la
stesura
dei
propri
Statuti
su
quattro quaderni.
capitolo precedente
pagina successiva