La miniatura romanica
L’arte
romanica,
così
anche
la
miniatura
romanica,
estendono
la
propria
esistenza
in
un
periodo
di
cui
è
difficile
individuare
l’inizio
e
la
fine.
Uno
sguardo
ampio
all’intera
Europa
cristiana
del
tempo
mostra
come
espressioni
della
prima
e
della
più
tarda
arte
romanica
si
sovrappongano,
in
uno
stesso
contesto,
a
manifestazioni
di
tipo
diverso
e
come
tali
espressioni
inizino
più
presto
in
un
territorio
e
terminino
più
tardi
in
un
altro.
Ciò
che
è
certo
è
che
il
XII
secolo
è
il
secolo
centrale,
interamente
permeato
dall’arte
romanica.
È
infatti
con
il
XII
secolo
che
si
manifesta
un
fiorire
di
centri
scrittori
e
di
atelier
d’arte
miniata
anche
e
soprattutto
al
di
fuori
delle
abazie,
che
fino
allora
avevano
monopolizzato
la
produzione
libraria.
Ora
il
libro
non
è
più
considerato
un
oggetto
sacro
tanto
da
non
poter
essere
toccato,
ma
solo
ammirato
e
venerato,
ma
diviene
un
oggetto
attraverso
cui
conoscere.
Questo
accade
anche
in
molti
monasteri
dove
i
monaci
sono
invitati,
all’interno
dell’anno,
a
prendere
in
prestito
almeno
un
codice
dalla
biblioteca
abaziale
e
a
studiarlo
a
fondo,
per
obbedienza
ai
superiori
e
per
il
bene
della
propria
anima.
Ma
il
libro
diviene
un
oggetto
desiderato
soprattutto
al
di
fuori
dei
centri
monastici,
nelle
città,
dove
vengono
fondate
e
con
i
decenni
si
ingrandiscono,
fino
a
richiamare
studenti
da
molto
lontano,
le
Università,
a
partire
da
Bologna,
Oxford
e
Parigi.La
grande
esplosione
del
libro
nel
XII
secolo,
infatti,
è
legata
soprattutto
allo
studio
e
i
codici
che
vengono
ornati
ora
non
si
limitano
agli
Evangeliari,
come
nell’epoca
precedente,
ma
vengono
illuminati,
tra
gli
altri,
passionari,
vite
dei
santi
e
libri
teologici,
questi
ultimi
molto
amati
e
richiesti
dagli
Scolastici
e
dai
loro
discepoli,
che
davano
particolare
importanza
alla
teoria
dei
due
sensi
fondamentali
della
Scrittura, letterale e spirituale.
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