La miniatura ottoniana
Con
la
deposizione
di
Carlo
III
il
Grosso,
nell’877,
il
baricentro
politico
si
spostò
verso
est
e
con
esso
l’idea
di
renovatio
imperii
,
ovvero
di
rinascita
e
rinnovamento
dell’autorità
imperiale
in
ottica
cristiana.
Il
territorio
tedesco
divenne
così
il
nuovo
nucleo
dell’impero
e
la
dinastia
ottoniana,
con
Ottone
I,
re
di
Germania
dal
936,
re
d’Italia
dal
951
e
imperatore
dal
962,
la
nuova
portatrice
di
un’utopia
che,
tra scontri e battaglie, uscirà sconfitta dalla storia.
La
dinastia
ottoniana
fece
della
cultura
uno
degli
assi
portanti
della
propria
politica
di
rinnovamento.
Sentendosi
in
continuazione
con
Carlo
Magno
e
i
suoi
successori,
ne
riprese
i
modelli.
Questo
accadde
anche
nell’arte
miniata,
in
cui,
se
a
dominare
sono
le
scene
del
Nuovo
Testamento,
laddove
in
età
carolingia
prevaleva
l’Antico
Testamento,
allo
stesso
modo
è
centrale
la
monumentalità
dei
personaggi
e
delle
architetture
in
cui
essi
vengono
descritti.
Su
tutti,
a
dominare
l’epoca
ottoniana,
è
l’artista
conosciuto
con
il
nome
di
Maestro
del
Registrum
Gregorii
,
dall’opera
che
egli
illustrò,
ovvero
la
raccolta
delle
lettere
di
papa
Gregorio
Magno,
di
cui
rimangono
due
miniature
a
tutta
pagina
(fig.
23,
Gregorio
Magno
nell’atto
di
dettare
le
lettere), databili probabilmente a dopo il 983.
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