Eppure   essa,   fin   da   subito,   instaura   un   dialogo   proficuo   con   la   stampa. Centri   come   Padova   e   Venezia   vedono   la   produzione   di   incunaboli   e libri   lussuosi   il   cui   nuovo   formato,   il   cosiddetto   in   folio ,   particolarmente grande,     ampliando     la     larghezza     dei     margini,     permette     nuove sperimentazioni.   Momento   altissimo   nell’incontro   tra   l’arte   miniata   e   la stampa   avviene   con   la   collaborazione,   all’ombra   del   campanile   di   San Marco,    tra    il    finanziere    e    bibliofilo    tedesco    Peter    Ugelheimer    e    il tipografo   francese   Nicolas   Jenson.   Dal   loro   incontro,   infatti,   nascono capolavori    come    il    Decretum    Gratiani     (fig.    68),    del    1477,    e    le Decretales    di   papa   Gregorio   IX,   del   1478,   miniati   da   Girolamo   da Cremona e Benedetto Bordon. Il   dialogo   tra   la   miniatura   e   la   stampa,   tuttavia,   si   trasformerà   per   la   prima   in   un   abbraccio mortale.   Se,   infatti,   fino   alla   metà   del   Cinquecento   i   grandi   committenti   richiederanno   libri   di lusso   e   con   essi   l’arte   dei   miniatori,   l’evoluzione   della   stampa   verso   una   produzione   in   formati di   piccole   dimensioni,   al   fine   di   una   maggiore   diffusione,   comporterà   l’emarginazione   delle illustrazioni artistiche. E, con queste, la fine della millenaria storia dell’arte miniata.
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Testi di Davide Busi
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