L’arte miniata al di fuori dei territori carolingi Al   di   fuori   dei   territori   imperiali   la   miniatura   carolingia   fu   ignorata   o rifiutata.    Nella    penisola    iberica,    sotto    la    dominazione    araba,    si diffuse   e   divenne   peculiare   di   quelle   terre   la   miniatura   mozarabica   termine    con    cui    i    dominatori    definivano    gli    stranieri    arabizzati , ovvero   gli   autoctoni   che   aderivano   alla   loro   cultura   –   che   fiorì   tra l’VIII e l’XI secolo. Questo   tipo   di   miniatura,   come   mostra   il   colophon   della   Bibbia   di Leon     (fig.    19),    risalente    al    960,    prevedeva    forme    rigidamente vincolate   alla   superficie,   colori   particolarmente   accesi   e   decorazioni arabeggianti.   Opere   molto   diffuse   e   di   notevole   importanza   sono   le Apocalissi ,   in   particolare   quelle   commentate   dal   monaco   Beato   di Liébana,   di   cui   si   sono   conservate   ben   24   copie   e   che   lasceranno   una   profonda   impronta nella   storia   dell’arte,   fino   a   influenzare   l’arte   contemporanea.La   Gran   Bretagna,   nel   IX secolo,   vide   una   chiara   continuità   con   l’arte   insulare,   dominata   dalla   decorazione   delle iniziali   e   dalla   presenza   di   animali,   che   divenne   lo   stanco   protrarsi   di   una   tradizione   non più   capace   di   rinnovare   se   stessa.   Il   rinnovamento   si   presentò   con   il   regno   di   Atelstano (925-939),   il   primo   re   anglosassone   a   dominare   gran   parte   dell’attuale   Inghilterra,   che trovò il proprio Alcuino in Grimbaldo, futuro abate di New Minster a Winchester.
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Testi di Davide Busi
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