L’ Evangeliario   di   Ebbone    è   un   passo   oltre   questa   plasticità.   Nelle rappresentazioni   degli   evangelisti,   infatti,   a   colpire   è   in   primo   luogo la   dinamicità   del   segno   grafico,   che   descrive   un’innovativa   vitalità espressiva,   che   non   si   limita   al   personaggio,   ma   si   estende   anche al     paesaggio     retrostante.     Vitalità     e     dinamicità     simili     sono riscontrabili    anche    nel    Salterio    di    Utrecht     (fig.    15),    anch’esso commissionato     da     Ebbone     e     prodotto     tra     l’816     e     l’835. Quest’opera,    come    l’ha    definita    Carl    Nordenfalk,    è    il    principale monumento dell’arte del disegno dell’alto Medioevo . L’arte    miniata    dell’epoca    carolingia,    tuttavia,    non    è    totalmente racchiudibile   nei   manoscritti   realizzati   per   volontà   della   corte   imperiale.   Esistono,   infatti, delle   resistenze   particolarmente   importanti,   sia   all’interno   delle   terre controllate   dai   Franchi   sia   al   di   fuori   di   esse,   come   mostra   la   situazione della    penisola    iberica    e    delle    isole    britanniche.Primo    esempio    di resistenza    interna    è    dato    dall’abazia    di    Corbie,    nel    nord-est    della Francia,    che,    pur    accettando    e    facendo    sua    la    minuscola    carolina, recupera insieme ad essa la miniatura merovingia e la rinnova. Il   Salterio   di   Corbie    (fig.   16),   realizzato   intorno   all’800,   mostra   come   le iniziali,   più   delle   illustrazioni   monumentali   carolingie,   continuassero   ad avere   una   notevole   importanza   nell’interazione   tra   testo   e   miniatura.   La loro   figurazione   anticipa   il   carattere   grottesco   che   contraddistinguerà   i capilettera ornati romanici.
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Testi di Davide Busi
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